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L' Europa ordina: - il 27/10/2006 • 12:22 da avvocatocesari

L’Europa ordina: «Chi beve, non guida»

Allarme alcol, per i minori sarà illegale. Ma la lobby dei produttori blocca il veto alla pubblicità
www.lastampa.it

24/10/2006

di Marco Zatterin

BRUXELLES. I giovani al volante senza una sola goccia di alcol nelle vene e, come loro, i neopatentati, gli autisti dei mezzi pubblici e quelli che vanno in giro per l’Europa sui grandi veicoli commerciali. La Commissione Ue propone agli stati membri di proibire il consumo di birra, vino e ogni sorta di bevanda a bassa e alta gradazione per tutte le categorie di guidatori considerate a rischio. La tolleranza zero potrebbe ridurre in modo significativo il numero dei decessi sulle strade del continente, cinquantamila l’anno secondo le statistiche più recenti, il 25% dei quali provocati dal bere. Bruxelles è convinta che la linea dura possa salvare migliaia di persone. Per questo chiede di fare in fretta. Ogni giorno di ritardo costa in media 40 vite umane.

I NUMERI FANNO PAURA
L’alcol è una piaga sociale micidiale e diffusa, sebbene la stragrande maggioranza degli europei, l’85 per cento per l’esattezza, lo consumi con moderazione. Per affrontarla l’esecutivo comunitario ha messo a punto una comunicazione, che verrà presentata stasera, in cui il responsabile per la Salute Markos Kyprianou delinea una serie precisa di ricette. I numeri fanno paura. Ogni anno l’abuso di vino e simili pesa sui bilanci europei per 125 miliardi, vale a dire 1,3 punti di pil. È la stessa cifra che Bruxelles attribuisce agli effetti del tabagismo. Solo che, viene fatto notare, su questo fronte la campagna di informazione per rischi e conseguenze è stata troppo blanda. «Non è il caso di demonizzare l’alcol» dice la Commissione, ma prevenire è meglio che curare. Così suggerisce alle capitali di rendere illegale il consumo delle bevande graduate a tutti i minori di 18 anni, cosa che in Italia è prevista dalla legge Finanziaria in discussione per innalzare il limite dei sedici anni oggi in vigore. Allo stesso tempo, si invita a intervenire con una politica dei prezzi che vieti le promozioni al bar, eliminando le offerte «due al prezzo di uno» e la happy hour dai drink in saldo. Chi beve, è la filosofia, non deve essere favorito. Anzi.

Sotto i riflettori soprattutto i giovani. Gli incidenti stradali sono la causa del 45 per cento delle morti di chi ha fra 18 e 25 anni, come dire che un adolescente su due passa a miglior vita al volante. La maggior parte è in stato di ebbrezza. Negli scontri provocati dal bere due terzi delle vittime ha tra i 15 e i 34 anni; il 96% è di sesso maschile. «Gli studi dimostrano che il rischio di uscite di strada cresce se si è bevuto - notano i servizi di Kyprianou - e sostengono la virtuosità di un tetto massimo di 0,5 milligrammi per millilitro di alcol nel sangue per chi guida». Una «politica efficace» sarebbe però quella del limite zero per i patentati di primo pelo e per quelli più esperti che conducono mezzi pesanti o bus pubblici, e trasportano merci pericolose.

Il problema non è soltanto qui. L’alcol è in Europa causa diretta o indiretta del 7,4 per cento delle malattie croniche o delle morti precoci. Colpisce i ceti sociali più svantaggiati e deboli. «Una puntuale applicazione delle leggi esistenti può dare vantaggi significativi», ammette Bruxelles, ma esistono margini per fare di più. Si può ad esempio ribadire la formula adottata da alcuni stati che hanno messo sulle bottiglie delle etichette d’avvertimento analoghe a quelle che campeggiano sui pacchetti di sigarette, avvertendo dei pericoli per le donne incinte e per chi guida. Oppure si potrebbe perseguire chi vende alcol a persone già in stato di ubriachezza, responsabilizzando i titolari dei locali.

COME PER LE SIGARETTE
La minaccia degli alcol test deve essere reale, scrive la Commissione, si deve punire severamente chi oltrepassa i limiti di legge. Analogamente i datori di lavoro dovrebbero scoraggiare chi alza il gomito in ufficio. Il resto potrebbe farlo una buona compagna di sensibilizzazione, o la destinazione di risorse rilevanti nel sistema sanitario per creare unità capaci di consigliare e curare le vittime del bicchiere. Bruxelles aveva anche valutato il bando della pubblicità di alcolici sulla falsariga di quanto accade per le sigarette. Ci ha ripensato. La reazione delle grandi lobby sarebbe stata insostenibile e avrebbe finito per strangolare sul nascere la strategia europea. Meglio un passo piccolo che nessun passo. Ora la parola è ai governi.