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News - Archivi

Le notizie archiviate sono più vecchie di 31/12/2017 • 00:00
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Processo appello per l'omicidio di Francesco Cricchi - il 09/04/2015 • 19:49 da AIFVS_onlus
 FrancescoCricchi.jpg
BOLOGNA processo di appello per l'omicidio di Francesco Cricchi la Corte di Appello di Bologna ha accolto la impugnazione dei genitori e della Aifvs costituitasi parte civile difesa dall'Avv. Gianmarco Cesari e l'appello del Procuratore Generale riformando la sentenza del Tribunale di Modena che dopo un rigetto di una richiesta di patteggiamento a due anni di pena dopo una lunga istruttoria dibattimentale caratterizzata da uno straordinario approfondimento ricostruttivo della dinamica dello scontro aveva condannato l'imputato a solo un anno di pena, due anni di sospensione della patente attribuendo alla vittima un concorso di colpa del 20%. 
La Corte ha quindi condannato l'imputato a due anni di pena negando le attenuanti generiche e ha escluso ogni addebito di colpa alla vittima. 
Dopo 8 anni di processo si ottiene faticosamente una risposta di giustizia morale che ha visto avvocati e ingegneri legali darsi battaglia sull'addebito della colpa per eccesso di velocità del motociclista che uscendo da Modena per la via Emilia segnalò da 200 metri con i fari il suo arrivò all'auto che stava per svoltare a sinistra dal senso opposto di marcia, auto che si diresse quindi a destra e che quando la moto era solo a 30 metri improvvisamente e lentamente taglio la strada alla moto che si andò a schiantare sul lato destro dell'auto per cui il motociclista cadetto dell'Accademia di Modena riportò l'amputazione dell'arto superiore destro e poi morì nella caduta a terra e la trasportata riporto gravissime lesioni invalidanti.
 
Il Procuratore Generale aveva chiesto 2 anni e sei mesi e l'Avvocata dell'imputato Verena Corradini che aveva proposto anch'essa appello aveva chiesto la assoluzione e la riduzione della pena per addebito della colpa al Motociclista. Tra 90 giorni le motivazioni.

Buona Pasqua - il 06/04/2015 • 17:27 da AIFVS_onlus


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BUONA PASQUA

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Essere con gioia a servizio della vita
Buona Pasqua
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni 

presidente AIFVS


Backstage del cortometraggio *M603 La Folle Corsa - il 29/03/2015 • 19:59 da AIFVS_onlus

Sede AIFVS Brescia  resp. RobertoMerli
Backstage del cortometraggio *M603 La Folle Corsa 


 

Backstage del cortometraggio *M603 La Folle Corsa  
(*M603 è il codice delle forze dell’ordine x dire incidente mortale)
Due giovani ragazzi, una serata normalissima, un'uscita con gli amici.
Andrea va oltre il limite in tutto, e dopo essere salito sul suo "centauro" trascina anche Elena nello scontro con la realtà.
Da qui in poi quelle che scorrono sono le sensazioni ed emozioni di un agente che deve diventare ambasciatore presso i genitori di una tremenda notizia, la peggiore.
 
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scheda

 


Aggiornamento del comunicato del 24 Marzo 2015: “Una riforma inutile” - il 26/03/2015 • 23:17 da AIFVS_onlus

OmicStrad.jpg

Aggiornamento del comunicato del 24 Marzo 2015: “Una riforma inutile”

Le pene riportate nel nostro comunicato del 24 Marzo fanno riferimento alla proposta di testo unificato che il relatore ha presentato alla Commissione Giustizia del Senato nell’ultima seduta del 2 dicembre 2014.
 
Nell’immediatezza della successiva seduta, abbiamo voluto porre attenzione a tale proposta evidenziandone alcuni limiti.
 
Nell’attuale testo unificato presentato alla Commissione Giustizia il 24 Marzo le pene sono così indicate: da 8 a 12 anni per guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze psicotrope, da 6 a 9 anni per chi procede ad una velocità pari al doppio di quella consentita.
Saranno apportate ulteriori emendamenti entro la data del 21 Aprile 2015.
26/3/2015
Giuseppa Cassaniti Presidente AIFVS

Omicidio stradale: Comunicato AIFVS - il 24/03/2015 • 18:27 da AIFVS_onlus

OmicStrad.jpgOmicidio stradale
una riforma inutile in discussione oggi al Senato

Il disegno di legge unificato, in discussione oggi presso la Commissione Giustizia del Senato, costituisce una riforma inutile, che non recepisce le istanze sociali di giustizia.

Con una pena minima di 5 anni per guida in stato psicofisico alterato, e con le attenuanti generiche e le riduzioni di un terzo per il patteggiamento o il rito abbreviato, le pene finali torneranno sotto i 3 anni e così non cambierà nulla, garantendo ai criminali stradali di non andare in carcere.

Chi può impedire al giudice di partire dal minimo nell’applicazione della pena?

Inoltre, per l’eccesso di velocità la pena minima prevista è di 4 anni e si applica allorquando la velocità raggiunga il doppio del consentito! Si vuole forse dire che si può sottovalutare la trasgressione delle norme sulla velocità, basta che non si arrivi al doppio?

Facciamo appello a tutti i Senatori della Commissione Giustizia di emendare senza ritardo il testo di legge per garantire sulla strada vita e giustizia, ed evitare che la riforma si traduca in una beffa per tutti coloro che, come la nostra AIFVS, l’hanno promossa e sostenuta.

Proponiamo che la manifestazione di oggi si trasformi in una mobilitazione generale fino alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di una legge soddisfacente che garantisca un passo in avanti alla civiltà e alla giustizia.

Giuseppa Cassaniti
Presidente AIFVS

24/3/2015


Omicidio stradale discussione calendarizzata il 24 marzo - il 23/03/2015 • 00:06 da AIFVS_onlus

parlamento-9.jpgOmicidio stradale discussione calendarizzata il 24 marzo

L’AIFVS esprime soddisfazione per avere appreso che la discussione sul testo dell'omicidio stradale è stata già calendarizzata il 24 marzo presso la Commissione Giustizia del Senato.
L’impegno dell’AIFVS è costante, e si auspica che insieme alla manifestazione pacifica, promossa da Marina Fontana, possa accelerare la riforma, perché diventi al più presto legge.

Giuseppa Cassaniti  
presidente AIFVS

24 marzo 2015 - Giornata di mobilitazione in Italia perché - il 20/03/2015 • 23:47 da AIFVS_onlus

L’AIFVS partecipa all’iniziativa del Movimento delle Vittime della Strada del 24 marzo 2015

24 marzo 2015 – Giornata di mobilitazione in Italia perché 
 
1) l’omicidio stradale preveda pene congrue e da espiare e venga stabilita
     la data entro cui apportare le modifiche di legge
2) non vengano assolutamente abbassati i risarcimenti alle vittime della strada come invece già prevede il ddl sulla concorrenza, e vengano riconfermati i valori delle Tabelle di Milano, da cui partire per ulteriori incrementi risarcitori 
 
Alle Autorità Politiche ed agli Organi territoriali di Governo:
 
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Al Presidente del Senato
Alla Presidente della Camera
Alla Presidente della Commissione Giustizia della Camera
Al Presidente della Commissione Giustizia del Senato
Al Ministro della Giustizia
Al Ministro dello Sviluppo Economico
Al Ministro dell’Interno
Ai Prefetti
 
1)  I familiari delle Vittime della Strada, nel vedere spesso derubricato il reato di omicidio stradale da doloso a colposo, come già avvenuto per il caso di Ilir Beti l’11 marzo 2015 in Cassazione, chiedono al Parlamento di apportare le necessarie modifiche di legge perché si ponga fine all’incertezza interpretativa e si stabiliscano pene da espiare congrue alla gravità del reato e del danno.
 
A tal fine tutti si attendono che il Presidente del Consiglio stabilisca i tempi certi entro cui avverranno le modifiche di legge, e che il Presidente della Repubblica vigili sulla loro conformità alla Costituzione.
 
2) Ci opponiamo fermamente all’abbassamento dei risarcimenti alle vittime della strada, e consideriamo tale proposta indegna di una società civile, che non può far pesare sul soggetto debole l’interesse privato del sistema assicurativo, e non può sottovalutare la gravità del danno alla persona. Chiediamo che il Presidente del Consiglio stralci i relativi articoli dal ddl sulla concorrenza, votato il 20 febbraio 2015. 
                                                            
Movimento Vittime della Strada
 
340.8273214
368.600632

 


Famiglia Cristiana: Presidente AIFVS "«Basta con l'altalena giudiziaria: L'omicidio stradale sia solo colposo" - il 14/03/2015 • 11:16 da AIFVS_onlus
cassaniti.jpg«BASTA CON L’ALTALENA GIUDIZIARIA: L’OMICIDIO STRADALE SIA SOLO COLPOSO»
13/03/2015  A chiederlo è Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell'Associazione familiari e vittime della strada commentando la sentenza della Cassazione che non ha riconosciuto il dolo nel caso di Ilir Beti, l'imprenditore albanese che nel 2011 si mise al volante ubriaco e uccise quattro giovani francesi
 
«BASTA CON L’ALTALENA GIUDIZIARIA: L’OMICIDIO STRADALE SIA SOLO COLPOSO» FC RACCONTA
La proposta Lupi: introdurre l'omicidio stradale
«Il reato di omicidio stradale deve essere solo colposo e punito con due livelli di colpa: uno lieve e uno aggravata nel caso di un comportamento irresponsabile come chi si mette in auto ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti». A chiederlo è la presidente dell’Associazione dei familiari e vittime della strada Giuseppa Cassaniti Mastrojeni dopo la sentenza della Corte di Cassazione che martedì scorso ha annullato con rinvio la maxi condanna a 21 anni di reclusione inflitta a Ilir Beti, l'imprenditore albanese che il 13 agosto 2011 imboccò la A26 contromano e la percorse per 30 chilometri per dimostrare la sua abilità al volante. Nell'impatto con il suo Suv morirono quattro ragazzi francesi. Il caso ritorna ora in corte d’Appello per essere riesaminato. 
 
«Questa altalena giudiziaria è un calvario doloroso per i familiari delle vittime, un supplizio aggiuntivo»,  dice Mastrojeni, «bisogna valutare caso per caso, la pena si può anche sospendere in caso di colpa lieve ma deve essere commisurata alla gravità del danno prodotto e della colpa che deve essere espiata per intero. Se c’è la colpa bisogna anche assumersi la responsabilità di quanto è successo. L’omicidio stradale è già previsto dall’articolo 589 del Codice penale e deve avere la stessa connotazione per tutti i casi: non può essere un po’ doloso e un po’ colposo. Perché quando viene riconosciuto come dolo eventuale il rischio, come è successo in questo caso, è che si arrivi in Cassazione, venga smontato tutto e il processo è da rifare di nuovo». 
 
Nel caso di Beti, il verdetto è stato emesso dalla I sezione penale presieduta da Renato Cortese che ha accolto il ricorso dell’imprenditore  - difeso dal professor Franco Coppi - contro la condanna a 21 anni inflittagli dalla corte d'Assise d'Appello di Torino il 20 giugno 2013. Beti la sera del 13 agosto 2011 era ubriaco, era già stato cacciato da un locale pubblico e aveva accanto a sé una ragazza addormentata, quando decise di imboccare contromano la A26 per dimostrare a sé stesso la sua abilità alla guida nello schivare i veicoli in marcia. Per i quattro ragazzi francesi non ci nulla da fare e rimase seriamente ferito anche un altro loro compagno di viaggio.
Secondo i giudici piemontesi, questo modo di guidare era doloso, perché andando contromano era inevitabile mettere a rischio l'incolumità altrui. Ma la Cassazione è stata di diverso avviso e ha seguito l'indicazione del sostituto procuratore generale Gabriele Mazzotta, che aveva chiesto l'annullamento con rinvio della condanna di Beti. Ad avviso di Mazzotta «la categoria della “colpa” non è residuale nel diritto e se applicata in un caso così estremo avrebbe consentito di infliggere la stessa condanna comminata all'imputato con tutte le aggravanti possibili, senza forzare la categoria del dolo. Il ricorso della difesa dell'imputato è da condividere - ha proseguito il pg Mazzotta nella sua requisitoria - in quanto il guidatore voleva procedere contromano per dare prova a sè stesso della sua destrezza e non aveva considerato che gli altri guidatori, che procedevano “correttamente” nella loro marcia avrebbero potuto perdere il controllo dei loro veicoli». 
 
Dello stesso tenore è stata l'arringa del professor Franco Coppi, difensore di Beti: «Occorre fare molta attenzione quando si fanno le ricostruzioni dei passaggi mentali di un soggetto ubriaco, perché risulta difficile attribuire il dolo, e quindi la volontarietà, a chi si trova in simili condizioni» Secondo Coppi si tratta di una «condotta imperita e negligente che sottrae l'imputato all'area del dolo e lo consegna all'area della “colpa”»
 
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L'artico stampa completo 

loghi/alogoaifvsbianco.pngL’altalena tra la colpa ed il dolo: i percorsi schizofrenici della giustizia - il 12/03/2015 • 00:04 da AIFVS_onlus

Ilir_Beti2.jpgL’altalena tra la colpa ed il dolo: i percorsi schizofrenici della giustizia

La Cassazione non riconosce il dolo ma la colpa, la Corte d’Appello dovrà rifare il processo.


Il caso di Ilir Beti 

Sappiamo che Ilir Beti ubriaco ha percorso 30 km contromano ed ha ucciso quattro giovani francesi il 13 agosto del 2011.

Eravamo rimasti sconcertati quando abbiamo appreso che il magistrato Sara Pozzetti dopo due giorni dalla strage aveva lasciato in libertà il criminale stradale. Una decisione che registrava una forte dissonanza sociale.

Ma in appello la condanna esemplare di 21 anni ci aveva restituito fiducia  nella giustizia.

In Cassazione ieri, 11 marzo 2015, di fronte a tortuose discussioni tra colpa e dolo, il procuratore generale Gabriele Mazzotta ha affermato che “la categoria della colpa non è residuale nel diritto e se applicata in un caso così estremo avrebbe consentito di infliggere la stessa  condanna comminata all’imputato con tutte le aggravanti possibili, senza forzare la categoria del dolo”.

Tenuto conto di tali affermazioni, la Corte d’Appello che dovrà rifare il processo, dovrà egualmente arrivare ad applicare una pena di 21 anni. In attesa che il Procuratore Generale Mazzotta chiarisca quale calcolatrice utilizzare per arrivare ad una condanna equivalente, ci aspettiamo che, almeno per il giudizio di rinvio, la magistratura sappia essere coerente, applicando il massimo della pena prevista per l’omicidio colposo comprensiva delle aggravanti.

Da quanto sopra emergono i reali problemi: il dolo può sempre essere ribaltato in colpa e costringere a rifare il processo allungando i tempi della giustizia e così danneggiando le vittime; le diverse sensibilità culturali e sociali dei magistrati rendono schizofrenica la giustizia, disorientando i cittadini, ai quali, invece, interessa che venga riconosciuta la gravità del reato, desumendola dalla gravità della colpa, dalla gravità del danno e dal comportamento del reo, al fine di  applicare una pena congrua e da espiare.

Purtroppo stiamo ancora ad aspettare che si apportino modifiche migliorative all’omicidio colposo stradale, che già esiste nel codice penale e che annulla ogni controversia interpretativa, stabilendo però pene commisurate alla gravità del danno e della colpa.

Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
Presidente AIFVS


Il DDL sulla Concorrenza abbassa i risarcimenti alle Vittime della strada - il 25/02/2015 • 11:55 da AIFVS_onlus

renziCS.jpgComunicato stampa

 

Il DDL sulla Concorrenza abbassa i risarcimenti alle Vittime  della strada

 

"Vorremmo che la vita reale informasse di più la discussione sulla giustizia".

Con queste parole il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo discorso programmatico, ha voluto indicare la via del cambiamento.  L’AIFVS, tuttavia, rileva che il ddl sulla concorrenza, per quanto riguarda il risarcimento del danno alla persona, non segue la strada del cambiamento, ma quella, tentata sin dal 2011, di riproporre l’abbassamento del risarcimento alle vittime della strada, annullando quanto affermato dalla Cassazione, e cioè che le Tabelle di Milano, in uso nei tribunali, sono congrue e costituiscono un punto di riferimento generale per il risarcimento del danno.

L’AIFVS si chiede come possa un Governo che parla di “semplificazione” impegnare le proprie energie per elaborare “una specifica tabella unica”, mentre dispone già di Tabelle elaborate e testate dagli organismi giudiziari e condivise dai familiari delle vittime, e dalle quali bisogna partire per ulteriori incrementi risarcitori.

Se poi l’obiettivo, neanche nascosto, perché chiaramente indicato dal Ministro Federica Guidi in occasione dell’assemblea dell’ANIA del 2014, è quello di abbassare i risarcimenti per ridurre le tariffe assicurative, noi suggeriamo, come dice Renzi, di tener conto della vita reale per assicurare giustizia: gli incidenti sono diminuiti di circa il 50%, ma le tariffe non sono diminuite; le vittime hanno definitivamente perduto diritti fondamentali e verso di loro incombe il dovere della solidarietà sociale; le assicurazioni hanno i loro utili che, secondo gli ultimi dati Ania, hanno raggiunto il record di 2,5 miliardi di euro nella Rc auto e di oltre 5 mld nell’intero comparto assicurativo.

Pertanto, se vogliamo dare una svolta reale al cambiamento, non sono le vittime che debbono essere private del loro giusto risarcimento, ma sono le imprese di assicurazione che, in una società civile, debbono fare un passo indietro, facendo gravare sui loro utili l’abbassamento delle tariffe.

Un Governo che si ritiene di sinistra non può essere a favore della diminuzione dei risarcimenti alle vittime, anello debole della catena, piuttosto si deve impegnare perché tale scelleratezza venga impedita!

Anche l’AIFVS promuoverà azioni a sostegno dei diritti delle vittime, aperte a tutti coloro che intendono partecipare.

 

Giuseppa Cassaniti

Presidente AIFVS