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15 marzo, 10 morti in poche ore - il 15/03/2009 • 18:20 da Redazione_AIFVS

Incidenti stradali 10 morti in poche ore

Il giornale, 15 marzo 2009

Tortona Un giovane è morto all'alba di questa mattina schiacciato nell'auto che prima è sbandata e poi é andata a sbattere contro il guard rail sull'autostrada Torino-Piacenza, nei pressi di Tortona. La vittima è il ventiquattrenne Diego Molinari, di Carmagnola (Torino), che si trovata sul sedile posteriore della Fiat Stilo guidata da Simone Spadin, 24 anni, di Nichelino (Torino). Al fianco del guidatore, c'era Daniele De Vito, 24 anni, di Torino: entrambi sono ricoverati in ospedale ma non corrono pericolo di vita. Secondo la ricostruzione della Polstrada, il guidatore avrebbe perso il controllo del mezzo e di qui sarebbe iniziata la sbandata che ha portato l'auto a sbattere contro entrambi i guard rail. I tre giovani percorrevano la A21 diretti in Trentino a sciare.

Roma Due ragazzi romani di 20 e 22 anni sono morti stamani, poco dopo l'alba, per le ferite riportate in un incidente stradale avvenuto sulla statale Salaria. Secondo le prime informazioni i due, entrambi di Monterotondo (Roma), si trovavano a bordo di una Fiat Stilo di proprietà del ragazzo di 20 anni quando, forse per l' eccessiva velocità, sono usciti fuori strada e si sono schiantati contro un albero. I due ragazzi, immediatamente soccorsi dal 118, sarebbero però deceduti durante il trasporto in ospedale per le gravissime ferite riportate. 

Viareggio Un uomo di 57 anni è morto stamani a causa di un incidente stradale avvenuto a Viareggio intorno alle 11. La vittima, Guido Marconcini, di Lucca, era in sella a una moto Honda 1000 che si è scontrata con un'auto Renault Megane all'incrocio tra via Pastore e via Lenci, alla periferia di Viareggio. Marconcini è deceduto poco dopo il suo arrivo all'ospedale Versilia. Il conducente della Megane, 38 anni, è stato anche lui portato in ospedale perché in seguito all'incidente ha avuto un malore. Sulla dinamica dell'incidente accertamenti in corso da parte dei vigili urbani.

Caserta Quattro giovani, tra cui un carabiniere, sono morti in tre diversi incidenti stradali avvenuti la scorsa notte in provincia di Caserta. In due casi si é trattato di scontri frontali. Il bilancio più pesante è quello dell'incidente avvenuto a Maddaloni, dove nell'impatto tra due vetture sono morti un carabiniere di 30 anni, nato a S. Agata dei Goti (Benevento) e un 19enne del luogo. A Sessa Aurunca, sulla statale domiziana, un altro scontro frontale ha provocato la morte di un giovane di 22 anni, residente a Itri (Latina). A Lusciano, infine, è morto un 19enne alla guida di una vettura che si è ribaltata. A Maddaloni, sulla Statale Appia, un'Alfa 147 sulla quale viaggiavano il carabiniere Erminio Mauro, di 30 anni di S. Agata dei Goti (Benevento) ed un amico di 35 anni, L.C., si è scontrata frontalmente con una Lancia Y, condotta da Vincenzo De Luca, di 20 anni, di Arienzo e che aveva a bordo un amico di 18 anni. Il militare, che era in servizio a Roma, e Vincenzo De Luca sono morti sul colpo. L.C. é stato ricoverato nell'ospedale di Maddaloni con una prognosi di guarigione di 30 giorni; il diciottenne, invece, ha riportato gravi lesioni ed è ricoverato nello stesso ospedale con prognosi riservata. Sulla Statale Domiziana, al km 23, in una zona periferica di Sessa Aurunca, si sono scontrate una Fiat Panda, guidata da Federico Mancini, di 22 anni, di Itri (Latina), sulla quale viaggiava anche il gratello Gianpaolo, ed una Audi. Nel violento urto Federico Mancini è morto sul colpo; il fratello è ricoverato nell'ospedale di Sessa Aurunca,ma le sue condizioni non sono gravi. Illesi gli occupanti dell'altra vettura. Nel terzo incidente è morto un giovane di 19 anni. La monovolume che guidava si è capovolta ed il giovane è morto sul colpo per gravi lesioni al capo ed


Lajatico (Pisa)  Due motociclisti sono morti in un incidente stradale avvenuto oggi intorno alle 12,30 a La Sterza, nel comune di Lajatico (Pisa). Secondo una prima ricostruzione, sul posto sono intervenuti i carabinieri, nell'incidente avvenuto in un rettilineo i due motociclisti si sarebbero scontrati frontalmente. Le vittime sono Marco Cecconi, 34 anni, di Lajatico e Marco Bartoli, 32 anni di Pontedera (Pisa). La dinamica dell'incidente è ancora in corso di accertamento, ma, stando a una prima ricostruzione, la moto Augusta guidata da Cecconi e la Harley Davidson di Bartoli si sarebbero scontrate frontalmente in prossimità di una semicurva con buona visuale, vicino a un lungo rettilineo sulla strada statale 439. Entrambi i motociclisti sono morti sul colpo.


Libero il pirata che uccise Igino Cecchi - il 15/03/2009 • 18:15 da Redazione_AIFVS

Casilina: confessa e resta libero il pirata che uccise un uomo tre giorni fa


«Sono scappato per paura». Denunciato a piede libero
per omicidio colposo fuga e omissione di soccorso

       
 Il messaggero 15 marzo 2009       
     
ROMA (14 marzo) - Prima ha negato, poi tra le lacrime ha confessato ai vigili urbani che l'hanno individuato e portato al Comando del VIII Gruppo, di aver investito e ucciso Igino Cecchi, 58 anni. S.F., 50 anni, elettrauto, sposato con due figli, ha ammesso di esser scappato per paura.
S.F. comunque non andrà in carcere. È stato infatti denunciato a piede libero per omicidio colposo e potrà tornarsene a casa. L'uomo è uscito dal Comando del VIII Gruppo ed è stato scortato dai vigili fino a casa. Ad aspettarlo fuori dal comadano i parenti della vittima che gli hanno gridato «sei una
m...».

Dopo tre giorni di indagini, è stato rintracciato stamani nel suo appartamento a Ponte di Nona e individuato come l'autore dell'incidente avvenuto nella notte tra l'11 e il 12 marzo in via Fontana Candida, alla periferia di Roma. Tra gli elementi che hanno consentito agli agenti di rintracciare il pirata della strada, un filmato registrato da una telecamera (le foto) nel quale si vede chiaramente l'incidente ma non la targa della macchina.

La confessione. Portato al comando, ha subito detto di non esser stato l'autore dell'investimento, poi però si è messo a piangere e, afferma uno dei vigili, «ha ammesso la sua responsabilità spiegando che aveva intenzione di costituirsi tra oggi e domani perché non dorme da tre giorni e non sentiva la coscienza a posto».

«Credevo di aver colpito un animale». Nel corso dell'interrogatorio l'uomo avrebbe dichiarato di aver visto una cosa scura, sentito un urto, ma ha supposto che si trattasse di un animale. Tornato a casa ha raccontato di aver visto Roma-Arsenal e di aver saputo dopo, dai telegiornali, dell'incidente: «A quel punto ho capito che potevo essere stato io».

Il veicolo col quale S.F. ha investito Checchi è una Fiat Palio station vagon grigio canna di fucile ritrovata in via Padre Domenico da Uster, a Ponte di Nona. Sul cofano una profonda ammaccatura e il parabrezza anteriore completamente distrutto. L'autovettura è stata trovata dai vigili urbani grazie a un'attività investigativa ininterrotta per tre giorni e tre notti con perlustrazioni e pattugliamenti, l'uso dell'elicottero, controlli di tracce telefoniche, visioni di filmati di telecamere a cui sono seguiti accertamenti e riscontri. L'autovettura sarà esaminata dalla polizia scientifica per trovare tutte le conferme necessarie a quanto già ammesso dall'autore dell'incidente.

La famiglia: pretendiamo giustizia. «Ringraziamo Dio e ringraziamo la polizia municipale per aver trovato il responsabile dell'uccisione di Igino. Adesso vogliamo giustizia, la vera giustizia» ha detto la moglie filippina della vittima. Leonor Florentin, 30 anni in Italia era sposata con Igino da 21 anni.

Il fratello Umberto ha poi aggiunto che «ho avuto fiducia nella giustizia e voglio continuare ad averla». Poi singhiozzando ha detto: «L'ha lasciato come un cane in mezzo alla strada. Si doveva fermare, non posso avere pietà, è un italiano come noi, deve pagare fino all'ultimo». Umberto guardando i vigili urbani e il comandante Antonio Di Maggio, ha detto: «Giustizia deve essere fatta, lui oggi non deve uscire da qui, se esce lo fermiamo noi». Per poi aggiungere: «Pagano i romeni, paghino anche gli italiani, anche per dare un esempio di giustizia ai romeni».


Morte Davide Rossitto, Confermata pena in appello - il 13/03/2009 • 11:35 da Redazione_AIFVS

Appello confermata la pena all'allevatore che provocò la morte di Davide Rossitto

AUTO CONTRO MUCCA. Il violento schianto costò la vita a due giovani Bovaro reo pure in Appello I giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello (presidente, Ignazio Augusto Santangelo; a latere, Gioacchino La Rosa e Salvatore Costa) hanno confermato la sentenza di condanna alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione emessa dal Gup del Tribunale di Siracusa nei confronti dell’allevatore Antonino Foraci, 47 anni,poichè riconosciuto colpevole di omicidio colposo  plurimo in danno del carabiniere Davide Rossitto e della sua fidanzata Daniela Trigilio.

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La Sicilia


Cagliari, prima costituzione parte civile dell'AIFVS - il 12/03/2009 • 23:56 da Redazione_AIFVS

Da l'Unione Sarda

Villacidro. Nel processo per omicidio colposo celebrato a Cagliari ammessa per la prima volta l'Aifvs
Vittime della strada parte civile

 

Investì un ciclista, automobilista condannato
 
Giovedì 12 marzo 2009
Per la prima volta in Sardegna l'associazione che tutela le vittime degli incidenti stradali si è potuta costituire parte civile nel processo contro l'imputato accusato di omicidio colposo, come previsto da una legge varata nove anni fa.
 L 'auto procedeva a forte velocità, preceduta da un'utilitaria molto più lenta: all'improvviso la visibilità si era abbassata a causa del sorgere del sole e il conducente, per evitare il tamponamento, aveva frenato bruscamente e sterzato sulla destra. Nella piazzola di sosta c'era un ciclista, fermo, ed era stato travolto.
Così l'automobilista è stato portato davanti al giudice con l'accusa di omicidio colposo e ieri, per la prima volta in Sardegna, la seconda in Italia, l'Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus si è costituita parte civile insieme ai parenti della vittima. Si tratta della traduzione pratica di una legge del 2000 che consente alle «associazioni di promozione sociale l'intervento nei processi civili e penali per il risarcimento dei danni derivanti dalla lesione di interessi collettivi concernenti le finalità generali perseguite».
L'Aifvs ha interesse a partecipare in qualità di danneggiata dal reato, si legge nell'atto di costituzione come parte civile presentato dall'avvocato Ettore Cinus, «poiché costituisce lesione diretta e immediata degli scopi statutari e dei fini sociali e individuali. L'azione delittuosa ha infatti cagionato non solo la violazione delle situazioni giuridiche soggettive della persona offesa ma anche la lesione di interessi collettivi la cui seria tutela è perseguita dall'associazione, effettivamente e in ambito nazionale, in rappresentanza di tutte le incolpevoli vittime di reati sulla strada e dei superstiti, per rendere loro giustizia e combattere la strage silente che ogni giorno si consuma sulle strada, prevenendo e propugnando la repressione delle condotte sconsiderate che costituiscono un'offesa gravissima alla sicurezza della collettività».
L'incidente stradale di cui si è discusso ieri mattina davanti al gup di Cagliari Ermengarda Ferrarese risale al 23 settembre 2007: insieme ad altri ciclisti Luca Ortu stava percorrendo in bicicletta la strada provinciale di Villacidro quando, per aspettare un amico rimasto indietro, si era fermato in una piazzola di sosta. All'improvviso gli era piombata addosso la Fiat 600 condotta da Andrea Peddis, 23 anni di Cagliari residente a Gonnosfanadiga, e per il ciclista non c'era stato nulla da fare.
Era stato subito chiaro che l'incidente fosse stato causato dall'eccessiva velocità ma poi il consulente tecnico del pubblico ministero aveva individuato anche un concorso di colpa in capo al ciclista che avrebbe effettuato una inversione a U in un tratto della strada pericoloso visto che una curva impediva la visuale. Gli avvocati di parte civile sono riusciti però a dimostrare che quando è stato travolto, il ciclista era fermo nella piazzola di sosta, la visibilità in quel tratto di strada era ottima e la carreggiata libera da autoveicoli. Insomma, la dinamica dell'incidente non è quella ricostruita dal consulente tecnico che contraddiceva quanto riferito da numerosi testimoni, a cominciare dal gruppo di ciclisti che procedeva lungo la provinciale per Villacidro insieme a Luca Ortu. Soltanto dopo l'attraversamento della strada era sopraggiunta l'auto di Peddis che, lanciata a forte velocità, aveva travolto il ciclista fermo nella piazzola (e non in mezzo alla carreggiata nell'atto di completare l'inversione). Peddis aveva frenato bruscamente, non a caso sull'asfalto c'erano tracce di pneumatico per circa 70 metri e i testimoni hanno parlato di una violenta fumata della Fiat Seicento.
Ecco perché il giudice ha escluso il concorso di colpa della vittima dell'incidente nel ratificare la pena concordata per l'imputato da accusa e difesa: Andrea Peddis ha patteggiato un anno di reclusione con la condizionale e la sospensione della patente per due anni. Dovrà inoltre risarcire le spese di giudizio alla vedova e ai parenti del ciclista che si sono costituiti parte civile e anche, novità assoluta in Sardegna, all'associazione italiana familiari e vittime della strada. Quanto al danno morale e materiale, sarà quantificato in un separato giudizio civile.
M. F. CH.

Articolo stampa de IL TEMPO - il 10/03/2009 • 20:37 da Redazione_AIFVS

Affondano il pedale con la strada tutta libera pensando di essere soli quando invece il lungotevere è prima di tutto una corsia pedonale lungo il Tevere, e quando un'auto corre a 120 all'ora neanche la vedi arrivare quando ti travolge mentre attraversi

ILTEMPO 10 marzo 2009

L'Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs) punta il dito contro gli automobilisti che di notte usano i lungotevere come piste di Formula uno.

E il peggio è «che chi corre conta sul fatto che non li controlla nessuno» accusa Gianmarco Cesari, avvocato di Aifsv, che reputa «necessaria una videosorveglianza che funzioni realmente e la consapevolezza da parte degli automobilisti di non potersi scatenare senza che nessuno se ne accorga». Il rischio è sotto gli occhi: un pirata della strada non ancora identificato, nonostante gli sforzi enormi dei vigili urbani del I Gruppo che non stanno tralasciando nulla, per arrivare ad individuare il colpevole. «Adesso si conta molto sulle telecamere, soprattutto su quelle presenti nella zona ma chi sa quante di queste realmente funzionano e non sappiamo quale sia la qualità dei filmati, ammesso che ci siano» continua Cesari. E intanto si continua a rischiare la pelle sul tratto di strada di un chilometro nemmeno, dove può succedere di tutto, anche precipitare con l'auto dentro il Tevere, come è successo a marzo del 2007 allo studente della Luiss di 23 anni annegato nella sua Mini Cooper dopo aver sfondato la balaustra sul ponte Palatino, il «ponte all'inglese» davanti all'Isola Tiberina. Qualche centinaio di metri più in là, a marzo dell'anno scorso, sono morte travolte da un'auto le due turiste irlandesi. Ma anche la sosta selvaggia può trasformarsi in un killer: uccidere come è successo qualche settimana fa tra lungotevere dei Sangalli e via dei Bresciani, dove il 25 febbraio scorso un'ottantanovenne costretta a scendere dal marciapiede perché un'auto parcheggiata le ostacolava il cammino è stata travolta da un'auto in corsa sulla strada. «Non esiste alcuna protezione per i pedoni - conferma l'avvocato Cesari - e si deve anche constatare che non esiste alcuna vera videosorveglianza di notte quando i due lungotevere si trasformano in due autostrade incustodite». E servono più controlli, perché l'enorme impegno di forze dell'ordine e polizia municipale, non è ancora sufficiente. «Quando i fidanzatini furono travolti all'incrocio con via Regina Margherita e la Nomentana chiedemmo di effettuare un monitoraggio più pressante sulle patente dei romani perché Lucidi guidava senza patente da anni, addirittura dal 2001 senza che nessuno lo controllasse» ricorda l'avvocato di Aifvs, che chiede ulteriori sforzi per prevenire i fattori di rischio. «Isole salvagente, buche, ma anche controlli sulle patenti, su chi sia il titolare effettivo del documento e se sia realmente in possesso di tutti i requisiti psichici e fisici necessari per guidare in sicurezza». G. M. Col.


pirata della strada, grave ragazza - il 09/03/2009 • 20:41 da carla

Nella notte tra venerdì e resabato, sul Lungotevere, vicino alla Sinagoga
Scaraventata contro i cassonetti della spazzatura. Ricoverata in prognosi riservata

Pirata della strada, grave ragazza a Roma
L'appello dei familiari: "Chi sa parli"

ROMA - "Stavamo attraversando la strada. Quella macchina ci è piombata addosso, ha scaraventato Irene contro i cassonetti della spazzatura ed è scappata via". E' in prognosi riservata la ragazza di 21 anni che nella notte tra venerdì e sabato, sul Lungotevere di Roma, è stata investita da un'auto pirata.

Valentina, l'amica che era con lei, ricorda quegli attimi terribili: "Stavamo tornando a casa. Avevamo trascorso la serata con alcuni amici. Erano le tre e mezzo. Irene era qualche passo dietro di me. Improvvisamente mi sono vista i fari di quella macchina addosso. Mi sono girata e la mia amica era già a terra, buttata come uno straccio decine di metri più avanti".

L'incidente è avvenuto all'altezza della Sinagoga, non lontano dal punto dove, nel marzo scorso, un giovane automobilista investì e uccise due turiste irlandesi. Insieme a Valentina e a Irene Morabito, c'erano altri amici che hanno assisitito all'incidente. "Non sono riusciti a prendere nota della targa", dice Stefano, uno dei due fratelli di Irene. "C'erano pezzi di carrozzeria ovunque. Non può dire di non essersi accorto di quello che aveva fatto. Eppure non si è fermato. E' scappato via".

Duecento metri dopo, l'auto è finita contro un semaforo, ma neppure allora la corsa del pirata della strada si è interrotta. I vigili urbani ammettono che pochi sono gli indizi per risalire all'indentità dell'automobilista ma lanciano un appello: "Chi ha visto si faccia avanti". Lo chiedono anche i familiari di Irene: "Chi ha investito mia sorella - dice Stefano - si costituisca. Ha fatto una cosa gravissima e noi stiamo soffrendo".

(8 marzo 2009) repubblica.it

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Morti due centauri - il 08/03/2009 • 11:49 da Redazione

Cagliari, moto contro camion: due morti

7 marzo 2009 (Adnkronos)

Le vittime viaggiano ognuna sulla propria moto a distanza ravvicinata; la prima moto è andata a scontrarsi con l'autocarro, proveniente dalla corsia opposta, e la seconda moto è carabolata sulla prima
ultimo aggiornamento: 07 marzo, ore 19:52
Cagliari, 7 mar. - (Adnkronos) - Si chiamavano Sergio Caboni, 54 anni, e Fulvio Podda, 52, entrambi di Villasor (Cagliari), i due motociclisti rimasti uccisi in un incidente stradale avvenuto intorno alle 15.30 lungo la strada che collega Samassi a Serramanna, nel Cagliaritano. I centauri viaggiano ognuno sulla propria moto, con tutta probabilita' a forte velocita' e a distanza molto ravvicinata in direzione Villasor. Improvvisamente, una moto e' andata a scontrarsi con un autocarro proveniente dalla corsia opposta.

Il motociclista che seguiva non e' riuscito a schivare la moto che precedeva ed e' andato a schiantarsi carambolando per un centinaio di metri. Entrambi i centauri sono morti sul colpo. Una delle moto si e' anche incendiata ed e' andata completamente distrutta. E' molto probabile che i due, entrambi diretti a Villasor e quasi coetanei, si conoscessero. Il conducente dell'autocarro e' rimasto illeso. Mentre il mezzo pesante ha subito lievi danni nella parte anteriore. I rilievi di rito sono stati svolti dai carabinieri della stazione di Samassi.


ANCORA GIOVANI VITTIME NEL RAGUSANO - il 23/02/2009 • 09:10 da Biagio

VITTORIA  (RAGUSA) 22/02/2009

Vittoria: incidente all´alba. La vittima è la studentessa Viviana Aprile

Vittoria: scontro frontale, muore una 20enne

Le due auto si sono scontrate in contrada Cicchitto, lungo la Vittoria - Scoglitti. La giovane è deceduta al "Guzzardi"

E’ deceduta stamani per le gravi ferite interne all’ospedale «Guzzardi» di Vittoria, l’ennesima giovane vittima di un incidente stradale registratosi all’alba sulla Vittoria - Scoglitti. A perdere la vita, la vittoriese Viviana Aprile (nella foto), 20 anni, studentessa in informatica e nello stesso tempo lavoratrice presso il Centro Seia. La "Renault Clio", a bordo della quale viaggiava la giovane, condotta dal fidanzato suo coetaneo, Dario M., si è scontrata frontalmente con una «Alfa 156» condotta da un giovane di Vittoria.

L’incidente si è verificato all’altezza di contrada Cicchitto. La «Clio» proveniva da Scoglitti verso Vittoria. Testimoni raccontano che Dario s´è visto davanti all´improvviso l´Alfa, ha tentato una manovra disperata verso il centro della carreggiata ma nulla ha potuto per evitare il terribile scontro frontale. Viviava, che era seduta sul lato destro, ha avuto la peggio. Ferite lievi per Dario, tuttora ricoverato in ospedale. Illeso il conducente della «Alfa», che ha subito prestato i primi soccorsi ai feriti.

Inutile la corsa in ambulanza al «Guzzardi». Viviana Aprile è deceduta verso le 9 per le gravi ferite interne riportate. I due giovani stavano facendo rientro nelle rispettive abitazioni dopo aver trascorso il sabato sera in allegria con gli amici. Sul luogo dell’incidente i Vigili del fuoco e la Polizia stradale per i rilievi di legge e accertare cause e responsabilità del sinistro. La strada è stata chiusa al transito per rimuovere i due veicoli, posti sotto sequestro. I funerali della ragazza si svolgeranno lunedì pomeriggio presso la chiesa Evangelica sita sullo stradale per Scoglitti.

Si tratta del secondo incidente mortale in provincia in appena una settimana. Lunedì scorso era morto sul ponte Guerrieri a Modica lo sciclitano Ciccio Veneziano, 32 anni, investito da un’auto mentre viaggiava in sella al suo scooter.

Biagio LISA

AIFVS COMISO (RG)

 


CALANO GLI SCONTRI IN PROVINCIA MA L'ALLARME CONTINUA - il 23/02/2009 • 09:10 da Biby

Secondo la fotografia scattata dall'Osservatorio sugli incidenti stradali della Provincia nel settembre scorso diminuiscono,anche se di poco,gli incidenti,i feriti,e soprattutto,i morti sulle strade di Bologna e provincia.siamo,però,ancora molto lontani dai dati attesi per il 2010,quando secondo le direttive europee le vittime dovrebbero diventare metà dei 143 morti registrati nel 2002.lo sorso anno infatti sul territorio provinciale sono stati 103, 9 in meno del 2006.In calo anche i feriti,passati dai 7.350 del 2006 ai 7.294 del 2007,quando ci sono stati 5.198 incidenti stadali,72 in meno del 2006.Le strade più pericolase rimangono la via Emilia,(131 incidenti nel 2007)e la Porrettana (122 nel 2007). In aumento da un paio di anni gli incidenti che coinvolgono le biciclette a che si attestato sul 4,3% del totale.Biby


"Mi aveva chiesto di sposarlo poi lo schianto..e Lollo,un ragazzo d'oro con la passione del calcio.." - il 23/02/2009 • 09:10 da Biby

Si sono schiantati contro un platano dopo aver festeggiato il compleanno di un'amico.Le vittime dell'ennesimo incidente stradale sono Raffaele Corsini,operaio ,29 anni residente a Gallo,ma originario di Cà de Fabbri (BO)e Lorenzo Gualberto,29 anni grafico pubblicitario,residente a Villanova di Castenaso (BO).I due giovani stavano facendo ritorno a casa quando all'altezza del distributore di benzina,Raffaele ha perso il controllo dell'auto e si è andato a schiantare contro un platano.Il titolare della pompa di benzina si è precipitato subito con l'estintore per spegnere le fiamme divampate intorno all'auto.Ma per i due ragazzi non c'era più nulla da fare.Raffaele,poche ore prima di morire aveva chiesto alla sua fidanzata Alessia di sposarlo racconta la ragazza in lacrime e sotto shock.Raffaele non usciva mai..era stato un caso che avesse accettato di andare a quella festa di compleanno.Lorenzo,era la punta di diamante della Pallavicini."Guarda mister,rinuncio a Bologna-Inter e vengo a giocare perchè voglio fare la finale allo stadio".Lollo,così lo chiamavano tutti,con il pallone faceva un pò quel che voleva.Ma ieri al campo della Barca non si è giocata nessuna partita.Oggi tutte le squadre della sociatà sportiva scenderanno con il lutto al braccio,dopo un minuto di silenzio.Il suo mister lo ricorda come un ragazzo d'oro.Lorenzo era solito guidare lui stesso perchè si sentiva più sicuro e tranquillo.Ma venerdì aveva lasciato la sua auto per salire con il suo amico.Un pensiero sentito ad entrambe le famiglie.Biby