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I funerali di Alessio e Simone e la Giustizia - il 26/05/2020 • 23:44 da Amministratore


I funerali di Alessio e Simone e la Giustizia

Senza memoria non c’è futuro

Assieme ad una folla immensa, tra cui esponenti della politica – il presidente della Regione Siciliana Musumeci e il vice premier Di Maio – abbiamo partecipato come AIFVS ai funerali dei due cuginetti Alessio e Simone uccisi sotto casa nel luglio del 2019 da Rosario Greco, ubriaco e drogato, alla guida di un suv a velocità elevata in una piccola strada di Vittoria. 
In Chiesa abbiamo ascoltato i toni duri del Vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta: “le responsabilità vanno scrutate”.
Anche noi, come AIFVS, abbiamo dato il nostro apporto per sostenere l’impegno serio a favore della vita: a) abbiamo contribuito a far annullare la festa della birra, rilevando l’incoerenza delle istituzioni nell’autorizzare feste a base di alcol; b) abbiamo promosso il Premio sicurezza stradale “Tutti insieme per la vita”, consegnato anche alle istituzioni locali, compresa la scuola, per l’avvio di una nuova stagione di legalità che, nel tener viva la memoria, orienti il cambiamento nella direzione dell’etica della responsabilità, della collaborazione e del servizio nelle istituzioni e nella società; c) abbiamo inviato comunicazioni propositive alle istituzioni politiche per ampliare i risultati raggiunti. 


Eppure la bilancia della giustizia nella gestione del “caso concreto” pende quasi sempre a favore dell’imputato, anche di fronte a comportamenti gravissimi con conseguenze irreversibili. Nel caso della sentenza per l’uccisione dei due cuginetti, pur non conoscendo il suo contenuto, ci chiediamo: se la legge 41 del 2016 prevede per l’omicidio plurimo una pena non superiore ai 18 anni e se il rito abbreviato prevede la riduzione di un terzo e quindi una pena di 12 anni, non riusciamo a capire come abbiano fatto i giudici a regalare all’imputato un’ulteriore diminuzione di 3 anni di pena. Quali attenuanti hanno considerato degne di valutazione? Ci chiediamo se il giudice per applicare la pena congrua abbia considerato tutti gli elementi stabiliti nell’art. 133 del c.p., che prevede di valutare la gravità del danno, il grado della colpa ed il comportamento del reo, prima, durante e dopo. Forse Rosario Greco è stato premiato per avere tentato di uccidere una persona un mese prima dell’uccisione dei due cuginetti, come riportato su lasiciliaweb?
Aspettiamo di conoscere il contenuto della sentenza, ma nel contempo orientiamo i nostri dubbi sulle decisioni dei magistrati e sulla inadeguatezza della legge. Per quest’ultima proponiamo che quando si tratta di conseguenze irreversibili, la pena sia applicata integralmente, senza alcuna riduzione, annullando il rito abbreviato. Rivolgiamo il nostro appello al Ministro della Giustizia per apportare le necessarie modifiche.
Giuseppa Cassaniti – presidente AIFVS
www.vittimestrada.org

26/5/2020