|  | Ricordo come Niki 
        mi salutт, uscendo quel pomeriggio per rientrare poco dopo
        mezzanotte: radiosa come sempre.
 Andava a Taormina per un incontro tra
        ragazzi, che meritava non tanto per i voti che, iscritta all’ultimo
        anno,  riportava al liceo scientifico, ma per l’intelligenza, la
        spontaneitа, l’allegria, la sinceritа, la rettitudine  che la facevano amare da tutti: una  giovane solare.
 Nella sua classe era il leader positivo; e
        riusciva bene nello sport, nella musica, nella vita; era proiettata nel
        futuro ma in un futuro diverso da quello che viviamo oggi, il futuro che
        lei avrebbe costruito o contribuito a costruire, senza egoismi ingiusti
        e sopraffattori.
 Invece, poco dopo mezzanotte, lo schianto
        in autostrada, a pochi chilometri da casa.
 Avrebbe compiuto 18 anni due mesi dopo.
 Continuo a chiedermi perchй e da chi le и
        stato tolto il diritto alla vita.
 Per l’incoscienza di chi entra in
        autostrada senza dare precedenza e poi si dilegua nel nulla, o per
        l’alta velocitа di un BMW guidato da un compagno diciannovenne, o per
        l’incuria dello Stato che permette quel tipo di curve della morte, o
        per la negligenza delle istituzioni che non applicano correttamente le
        leggi di tutela dei cittadini, o per l’indifferenza dei tanti che
        preferiscono non pensare: o per tutto questo insieme?
 E sento ancora quanto stride il
        ricordo di Niki con le cifre offerte dall’assicurazione, con le liti
        in Tribunale,  con le sentenze di patteggiamento, col mondo insensibile e
        perverso che si arroga, dopo averla uccisa, il diritto di stabilire il 
        prezzo della sua vita e di lasciare la sua morte senza punizione
        e senza giustizia.
 Se
        tu fossi qui, Niki, saresti certamente con noi nel tentare di salvare
        altre vite, di strappare altri ragazzi alla morte.
 Se fossi ancora qui ….
 
 
 la mamma Concetta Bonanno
 
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