Ti rialzerт, ti solleverт,
su ali d’aquila ti porterт
sulla breccia dell’alba.
Ti faro brillare come il sole,
cosi nelle mie mani vivrai.
(a Roby dalla mamma)
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Roberto и stato ucciso coi suoi sogni di ragazzo, и scomparso col suo
sorriso a volte malinconico e perт rivelatore di un carattere buono,
generoso, aperto soprattutto ai piщ deboli.
L’8 novembre 95, alle 18, ho ricevuto una
telefonata, dovevo correre all’Ospedale di Perugia, Roberto aveva avuto un
incidente ma niente di grave: che non fosse cosi l’ho capito, alla
rianimazione, dagli occhi pieni di lacrime dei miei genitori.
Era stato travolto, mentre viaggiava su un
rettilineo con la sua moto, da un’auto che non gli aveva dato la
precedenza ed aveva riportato un gravissimo trauma cranico; non aveva piщ
ripreso conoscenza, non c’erano speranze: ”и arrivato col cervello che
gli usciva dalle orecchie”, queste parole della dottoressa non le
dimenticherт mai.
Nel tremendo dolore abbiamo deciso,
abbracciati, l’espianto degli organi; e nella rabbia, poi, di vedere che
tutto continuava ad andare avanti senza la persona che amavamo di piщ,
c’era almeno questo conforto, il pensiero degli esseri umani che lui aveva
salvato.
Denuncia, avvocati, cause: anche per questo
l’esistenza и diventata un inferno, piщ profondo quando, agli inizi del
2000, la sentenza di primo grado ha dato il 50% di colpa a Roberto:
per mio papа Mario, che giа dopo la tragedia aveva cominciato a
perdere interesse a tutto, e stato un altro colpo al cuore: non riusciva a
crederci, ha subito un tracollo fisico e mentale inimmaginabile.
Una mattina, andando a lavorare, gli ho detto
di non preoccuparsi, di contare su di noi per quanto c’era da fare (perchй
la storia continuava, la sentenza e stata poi confermata in appello, abbiamo
presentato ricorso, deve decidere la Cassazione): ma forse giа non mi
ascoltava piщ.
Non l’ho rivisto vivo, ha appeso la sua
vita a una corda, si e arreso solo e disperato, perso nel dolore per la
perdita del figlio e per le ingiustizie che alla fine colpiscono soltanto la
gente semplice e senza conoscenze come noi.
Un anno fa il Signore ci ha donato il piccolo
Alessandro, mio figlio, che ha riportato nella nostra casa, piena di ricordi
e speranze perdute, l’amore e il calore e la dolcezza che Roberto vi aveva
lasciato.
Ia mamma Giuseppina e la sorella Monica *
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Monica Marinelli и responsabiie deli’Associazione per la provincia di
Perugia
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