Opuscoli 10° volume 2009: Marco Giuliani

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Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada onlus

Marco Giuliani 35 anni, Roma il 22 Aprile 1973 - La Storta (RM) 15 aprile 2009

Marco Giuliani.jpgCiao Marco. 
Te ne sei andato da solo, un pomeriggio di primavera. Nessuno ti ha visto cadere, nessuno ha potuto far nulla. Discreto, come al solito tuo, ci hai lasciato all’improvviso, senza darci nemmeno il tempo di chiederci perché, come, senza darci nemmeno il tempo di chiederti quelle cose che adesso, invece vorremmo sentirti dire.  Ce l’hai fatta ad andartene.
C’è rimasto di te un pugno di ricordi, e un mucchio di domande. Guardando te, la tua stanza, i tuoi libri, le tue cose ancora lì, ferme immobili come se dovessi tornare da un momento all’altro, non riuscivo a pensare che adesso sei così lontano, che adesso non ci potrò più arrivare, a conoscerlo davvero, quello che ti passava per la testa,quello che avevi dentro, e facevi così fatica a mostrare, tanta fatica che a volte ci faceva rabbia, quella tua testarda ostinata voglia distare da solo, la paura di mostrarti com’eri davvero; gentile,sensibile, arguto, profondo, buono come io non saprò mai essere.

Eppure così poco ho fatto per starti vicino, così tante volte ho pensato che vabbè, è inutile insistere, tanto domani è uguale, domani tu sarai ancora lì, all’edicola, o seduto al tavolino del bar di Massimo, coltuo tono scanzonato e tagliente, a seminare briciole di quello che ti passava per la testa, e non era mai ovvio, mai scontato, sempre interessante.
E chi come me ha avuto la fortuna di coglierlo, com’eri davvero, sotto la scorza, adesso lo sente, il vuoto, adesso ti cerca, e non trova pace.

Mi hai insegnato, Marco, che niente va dato per scontato, che non è vero che c’è sempre tempo, che le persone bisogna viverle oggi, perché domani può essere troppo tardi. Oggi, che è troppo tardi per chiedere, per entrare nel tuo mondo, per passare un’ora ancora con te, oggi lo so che ogni momento va vissuto, perché niente fa male come il vuoto delle parole che non ti sentirò mai pronunciare… 
 
Marco se n’è andato il 15 aprile 2009, a Roma, a 100 mt da casa sua, sulla Braccianese-bis, quello schifo di strada che neanche un mese dopo ha ammazzato altri due ragazzi. L’ha ucciso un palo che non doveva stare lì, in mezzo al marciapiede. L’ha ucciso chi ha progettato e costruito quella strada, quelle curve inspiegabili, quelle discese,quelle pendenze assurde, quel maledetto lampione, quell’incrocio assassino.

 

Ad un amico
 
Su quel posto
maledetto dall'urto
un po' di blu, un po' di rosso di graffiata vernice
raccontano con astrattismo pittorico
il terrore di un attimo lo schianto
la plastica deformazione delle lamiere.
Lamiere stillanti sangue e benzina.
Dove andavi quel giorno con la moto
cui tanto tenevi?
Non fa ormai differenza saperlo.
Così tu sei morto.
mentre noi
noi
siamo rimasti vivi.
Dove sei ora?
Forse in un luogo più bello, che non possiamo vedere.
Che importa.
Ti parliamo spesso, quando ti veniamo a trovare
dove calmo riposi.
Dove sei Marco?
Dove sono ora i tuoi interessanti discorsi
il sorriso a volte schermo dei problemi dell'anima,
la tua disponibilità verso tutti?
Niente si è perso del tutto.
Di certo lo sappiamo.
forse ci guardi, e noi guardiamo te,
nella speranza, nella sicurezza
che un giorno ci rincontreremo.
Vivi vivo nei nostri sogni, nelle nostre preghiere,
nelle nostre speranze.
Spento nella vita, ma mai dimenticato.
E così non ci sei più.
E noi
noi
siamo ancora vivi.
Ma, in realtà, molto di noi è morto
quando te ne sei andato.
Mentre tu sei rimasto vivo.
perché, come dicono i saggi,
lo spirito dei morti
continua ad esistere
nella memoria dei vivi.
Ci mancherai Marco
Ci
man
che
rai.
    Dario
 

 


Data di creazione: 15/07/2009 • 17:36
Ultima modifica: 15/07/2009 • 20:08
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