Francesco Panucci era nato a Roma nel 1966 ed aveva 25 anni; iscritto alla Facoltà di Scienze statistiche, aveva concorso ed ottenuto l'accesso all'Accademia militare della Guardia di Finanza di Bergamo presso la quale frequentava il terzo anno di corso.
Nella notte del 1° novembre 1991 Francesco con la sua Y10 rientrava in Accademia con un altro ufficiale e mentre transitava sulla tangenziale Est di Milano, dopo una curva ad una biforcazione priva di illuminazione e di ogni segnalazione, non a conoscenza del percorso e convinto che la direzione principale fosse - come su tutte le autostrade - quella di sinistra, proseguiva in questa direzione; qui invece l'asfalto terminava ed iniziava la zona dissestata e senza uscita dell'ex svincolo di- smesso di Metanopoli.
La vettura per il fondo sconnesso si ribaltava, provocando la morte sul colpo di Francesco mentre l'altro ufficiale rimaneva incolume.
L'ex svincolo disattivato, situato sulla sinistra della carreggiata, era stato lasciato incoscientemente accessibile in spregio alle norme del Codice della strada, determinando una situazione di pericolo occulto non visibile né prevedibile: trappola mortale della quale soltanto dopo la morte di Francesco la società Autostrade, con tardivo riconoscimento di colpa, sbarrò l'accesso con un guard-rail.
Inizialmente il sinistro fu archiviato come accidentale ma dopo due istanze in cui si sottolineava la sussistenza dell'insidia si arrivò al rinvio a giudizio per omicidio colposo dei responsabili della società Autostrade: il processo, iniziato nel 1993, è terminato nel 1999 con un nulla di fatto visto che per il Direttore dei lavori la sentenza conclude nel senso che "l'imputato dovrebbe essere ritenuto colpevole del reato ascrittogli, ma per effetto delle attenuanti generiche la pena da considerare viene a porsi al di sotto dei cinque anni di reclusione e pertanto il reato deve considerarsi estinto per prescrizione".
L'amara conclusione del processo ha riconfermato che la certezza dell'impunità resta uno dei problemi della giustizia contrassegnata da tempi biblici, mentre sulle strade l'insipienza dei responsabili e l'incuria dei preposti continuano a determinare situazioni di grave pericolosità per tutti gli utenti.
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