Simone era una persona speciale.
Si era sposato da appena quattro mesi,il 23 maggio.
Desiderava un figlio,aveva già pensato anche al nome.
Simone era una persona meravigliosa, ricordato da tutti per la sua simpatia, il suo sorriso, la sua disponibilità verso gli altri,la sua voglia di vivere.
Era il perno della compagnia che aveva fortemente voluto formare,a tutti i costi.
Erano sempre insieme,felici,spensierati,pieni di voglia di vivere,come tutti i ragazzi della loro età.
Quella sera del 20 settembre 2010,Simone aveva finito il suo turno di lavoro,alle 21,30 ,al centro commerciale dove lavorava come barista,insieme a suo fratello.
Esce indossando il suo casco jet,sicuramente se avesse avuto il casco integrale ,non avrebbe riportato danni cosi gravi.
Mette in moto la sua vespa 125,una moto d’epoca,che si era comprato per risparmiare per andare al lavoro,saluta gli amici e i colleghi e parte.
Non era un amante delle due ruote, quando andava a scuola gli avevamo comprato uno scooter,un cinquantino.
Sempre prudente,non ha mai fatto sciocchezze per strada,un pò fifone se vogliamo dire così, mai spericolato, abitava a poco più di un km dal luogo del lavoro.
Percorre poche centinaia di metri ,alle 21,40 circa,inspiegabilmente si sposta verso il centro della carreggiata, ed urta di striscio con la ruota della vespa,( forse per evitare qualcosa o forse spaventato da qualcosa ,)il cordolo di un’isola salvagente,posta al centro della carreggiata,una strada a quattro corsie,unico senso di marcia, e perde il controllo della vespa,e cade a terra sbattendo violentemente il viso sull’asfalto,procurandosi la frattura della base cranica.
I soccorsi sono immediati,dopo pochi minuti arriva l’ambulanza,la polstrada.
Arriva una telefonata a mia moglie da un ragazzo che era li,arrivato poco dopo,e trovato il cellulare di Simone, sulla rubrica trova mamma e compone il numero.
Signora suo figlio ha avuto un incidente
La corsa in ospedale,le prime notizie: vostro figlio è grave ma è un ragazzo forte,decidono di operarlo.
Dopo nove giorni di coma Simone non ce l’ha fatta.
Troppo gravi le lesioni riportate al cervello.
Decidiamo per la donazione degli organi.
Sono passati sei mesi e anche noi conosciamo la deposizione di una testimone e il verbale redatto dalla stradale,in cui si dichiara che Simone ha fatto tutto da solo e non ci sono veicoli nelle vicinanze della vespa.
Ci chiediamo come sia potuto succedere,una strada che percorreva tutti i giorni,da anni,visibilità buona,strada in buono stato,segnalazione dell’isola salvagente a norma, anche se non retroilluminata.
Forse se non ci fosse stata quell’isola salvagente,se avessero messo un semaforo,come dall’altra parte della strada,forse Simone sarebbe ancora qui con noi.
Tua madre non si da pace e nemmeno io .
Ti vogliamo bene mamma,Daniele e papà.
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